Un tempo, ricevere una diagnosi di DSA – ovvero i ben noti disturbi specifici dell’apprendimento – rappresentava quasi una condanna: il bambino veniva considerato senza speranza, escluso da qualsiasi possibilità di recupero o di apprendimento efficace, poiché mancavano strumenti e conoscenze adeguate. Fortunatamente, oggi la situazione è profondamente cambiata.
Un genitore lo percepisce subito!
Una mamma o un papà, anche senza una formazione specifica, avverte immediatamente se qualcosa nel percorso di crescita del proprio figlio non procede come dovrebbe. C’è ancora chi preferisce ignorare i segnali, sperando che il tempo risolva tutto e confidando nel fatto che ogni bambino abbia i propri tempi di apprendimento.

In parte questa riflessione può essere valida, ma non sempre corrisponde alla realtà. Esistono bambini che manifestano difficoltà oggettive e che necessitano di un supporto mirato, accompagnandoli in un percorso di crescita che, seppur complesso e ricco di ostacoli, può essere affrontato e superato con successo. È fondamentale comprendere il funzionamento di questi disturbi e individuare gli strumenti più adatti per affrontarli.
Se noti qualcosa che ti lascia perplesso, non esitare a consultare il pediatra: in base all’età e alle caratteristiche del tuo bambino, saprà consigliarti il percorso più appropriato. Non lasciarti scoraggiare: a volte occorre tempo per individuare la natura del problema e, anche se dovessi ricevere una diagnosi di DSA, non lasciarti prendere dal panico.
I DSA: oggi non sono più un ostacolo insormontabile
Grazie ai notevoli progressi nel campo dell’educazione e della didattica, affrontare un disturbo dell’apprendimento non rappresenta più una barriera insormontabile. È vero, il percorso può richiedere tempo e pazienza, ma oggi nessun bambino viene lasciato indietro. Esistono programmi specifici che permettono di ottenere miglioramenti concreti e rapidi, fornendo al contempo tutti gli strumenti necessari per gestire le difficoltà che possono emergere.

Un bambino con dislessia, ad esempio, può incontrare difficoltà nella lettura. Immagina un piccolo che, in prima elementare, si avvicina per la prima volta alle lettere: tutto sembra semplice finché non deve associare simboli e suoni. Questi bambini vivono una difficoltà reale, dovuta alla confusione tra ciò che vedono e ciò che sentono.
Nella maggior parte dei casi, sono bambini perfettamente sani che semplicemente interpretano il mondo in modo leggermente diverso. Se guidati con gli strumenti giusti, sia dal punto di vista visivo che comprensivo, potranno trovare la loro strada, diventando adulti capaci di affrontare la vita con successo e autonomia.
Per comprendere meglio: alcuni test utili
Il primo passo è rivolgersi a un logopedista, lo specialista che saprà valutare la situazione e fornire sia a te che a tuo figlio gli strumenti più adatti per affrontare e comprendere la sua difficoltà, che – è importante sottolinearlo – non rappresenta un vero e proprio difetto.

Un primo test che puoi fare tu stesso per capire se tuo figlio manifesta segni di dislessia consiste nell’osservare come legge: salta righe, ripete spesso le stesse parole, si sofferma sulla prima sillaba o legge parole diverse da quelle scritte? Potresti anche notare inversioni di lettere o sillabe. Tutto ciò comporta uno sforzo molto maggiore rispetto agli altri bambini.
Un altro test, di tipo attitudinale, è quello del dettato. Ascoltando una voce esterna, il bambino deve essere in grado di comprendere ciò che sente e trascriverlo correttamente. Questo test non serve a diagnosticare la disgrafia, ma la dislessia: se il bambino non comprende chiaramente il suono, commetterà errori di scrittura o si bloccherà. Ricorda però che, nei bambini fino agli 8 anni, tali difficoltà possono essere semplicemente dovute a una mancanza di esercizio e non sempre sono legate alla dislessia.
La dislessia non è una malattia
È fondamentale ribadirlo: per molti genitori la diagnosi di dislessia appare come una sconfitta, ma non è così. I bambini dislessici sono come motori diesel: partono lentamente, ma una volta avviati, nessuno li ferma più. Sono bambini intelligenti e sani, consapevoli delle proprie difficoltà temporanee e determinati a superarle, spesso diventando ancora più forti.

È essenziale sostenerli lungo questo percorso, offrendo loro tutti gli strumenti e le opportunità per sentirsi capaci e sicuri, spesso anche più dei loro coetanei. Non esistono ostacoli insormontabili: con costanza e dedizione, anche le difficoltà iniziali possono essere superate.
Ricorda infine che tuo figlio resta, prima di tutto, un bambino: non è limitato, anzi, potrebbe nascondere un talento speciale, proprio come tanti personaggi illustri del passato e del presente – Albert Einstein, Leonardo Da Vinci, Steven Spielberg – tutti dislessici eppure capaci di raggiungere traguardi straordinari. Chissà, forse il prossimo sarà proprio tuo figlio: credici sempre!